Ricatti sul dimensionamento scolastico
Scuola, inaccettabile la proposta di dimensionamento del Ministro Valditara.
Ritengo gravi le parole con cui il Ministro Valditara ha annunciato che incentiverà le Regioni a tagliare i plessi con “misure agevolative”: chi rispetterà i tempi, infatti, potrà istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti, con la salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento. Una proposta che non condividiamo in alcun modo e che ha tutto l’aspetto di un ricatto, inaccettabile, verso le Regioni che si stanno opponendo a questi tagli, mettendosi a fianco degli studenti e delle famiglie.
Bene la Regione Emilia-Romagna
Bene ha fatto, quindi, la Regione Emilia-Romagna a prendere tempo sugli accorpamenti previsti dalla riforma del dimensionamento scolastico voluta dal Governo. Come avevo avuto modo già di sottolineare, in Emilia-Romagna queste norme dovrebbero comportare il taglio di 17 istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2025/26 e 21 per l’anno scolastico 2026/27. Accorpamenti che, tra l’altro, sono basati su conteggi errati da parte del Ministero. Sembra incredibile, ma è così: i dati delle iscrizioni degli studenti che hanno iniziato l’anno scolastico confermano che in Regione ci sono 10mila studenti in più rispetto alla previsione del Ministro, su cui si basavano i tagli. Già oggi il sistema delle autonomie scolastiche regionali è perfettamente conforme alle linee di efficienza indicate dal Governo, quindi le “minacce” di questi giorni, che parlano addirittura di commissariamento sono irricevibili e suonano solo come elemento punitivo di stampo politico.
Il coraggio di un confronto
Il Ministro Valditara dovrebbe invece avere il coraggio di dire che questo dimensionamento, con il taglio delle autonomie, sta determinando la costituzione di “mega scuole”, con la progressiva desertificazione delle aree interne, nonché la riduzione degli organici. In alcune Regioni, questi tagli sono arrivati a interessare il 25-30% delle scuole. Perché il Ministro, invece di distribuire premi e punizioni, non si confronta con dirigenti, personale e famiglie, che vedranno ridotte drasticamente le possibilità a favore dei loro figli? Così, dopo una legge di bilancio che ha tagliato risorse alla scuola, ora siamo di fronte a un altro provvedimento punitivo. Ci auguriamo che il Ministro torni sui suoi passi e non dia il via libera a una misura inaccettabile che penalizza gravemente le bambine e i bambini e il loro diritto allo studio.