DEF: è il “Governo delle pezze”
Giovedì 27 aprile sono intervenuta in aula sul DEF.
Il Documento presentato dal Governo, infatti, si caratterizza per una preoccupante assenza di visione, di prospettiva, di strategia, di ambizione di futuro a cui si aggiunge una mancanza di risorse su temi che, per noi, sono invece centrali e importanti. L’evidente mancanza di risorse per il finanziamento del Fondo sanitario nazionale e la decrescita nel rapporto con il PIL da qui al 2026 evidenzia, ancora una volta, come il finanziamento della sanità pubblica non rappresenti una priorità per questo Governo e la cosa non ci stupisce perché è assolutamente in linea con quanto già stabilito nella legge di bilancio, dove non è stato previsto nessun investimento strutturale sulla sanità pubblica.
Oggi i principi fondamentali di universalità, di uguaglianza, di equità, che sono alla base del servizio pubblico, compreso quello sanitario, sono dunque minati da criticità che rischiano di compromettere il diritto costituzionale alla salute. La riduzione degli investimenti non permette nemmeno di coprire l’aumento dei prezzi. A ciò si deve aggiungere che non sono previste risorse per le assunzioni del personale e il superamento del tetto di spesa per il personale sanitario che, da oltre 15 anni, non consente assunzioni per dare sollievo alla categoria.
Servirebbero dunque riforme strutturali, che, però, questo Governo non intende fare, preferendo mettere solamente delle pezze, senza alcuna visione. È il Governo delle pezze!
In queste condizioni non è possibile rispondere alle crescenti difficoltà di una fetta importante della nostra popolazione.
Per il Partito Democratico la sanità pubblica è un bene comune che va protetto. Lo faremo dentro e fuori il Parlamento, perché i servizi pubblici, dalla scuola alla salute, sono un valore per l’intera comunità. Il sistema sanitario nazionale è una conquista democratica da difendere ogni giorno e questo Paese non si merita queste scelte inopportune, che allungheranno solo la catena delle disuguaglianze sociali. Ma, soprattutto, non si merita l’inadeguatezza di questo Governo.