Parità di genere in magistratura
Parità di genere in Magistratura
Giovedì 9 gennaio sono intervenuta in Aula, illustrando un emendamento al Disegno di legge costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare.
Cosa abbiamo chiesto?
Ho chiesto al Governo di assicurare nel sistema di elezione degli organi giurisdizionali la parità di genere attraverso un’equilibrata rappresentanza di donne e uomini. Ma la Maggioranza – come sempre quando si parla di parità e diritti delle donne – non ha voluto sentire ragioni: quindi, ancora una volta, mi chiedo che cosa abbiano fatto di male le donne di questo Paese alla destra di Governo.
Donne in Magistratura: un cammino lungo e faticoso
La parità è un valore trasversale, che serve ad affermare la dignità di tutte in ogni ambito della vita pubblica. Il percorso per l’entrata in magistratura delle donne è stato lungo, difficile e tardivo e solo nel 1963 con il Governo Fanfani è stato permesso alle donne di accedere a tutte le cariche pubbliche, compresa la magistratura. Nel 1986, Elena Paciotti è stata la prima donna a entrare nel CSM e nel 1988 Gabriella Luccioli è stata la prima donna in Corte di Cassazione. L’avanzata delle donne in magistratura è poi continuata tanto che nel 1996 ci sono state più donne vincitrici di concorso rispetto agli uomini.
Non si capisce perché la Maggioranza – e mi sono rivolta in particolare alle colleghe di Governo – non voglia affermare un principio di civiltà che garantisca eguali diritti.