Fotovoltaico: servono regole certe
Fotovoltaico e terreni agricoli: servono regole certe, a tutela del territorio, e condivisione con le amministrazioni locali.
In settimana ho partecipato a una serata promossa dall’amministrazione comunale di Sant’Ilario, che ha visto la partecipazione di un pubblico molto numeroso e interessato a capire cosa succederà a un impianto fotovoltaico progettato sul territorio e che ha ricevuto l’opposizione dell’amministrazione locale. Dopo aver raccolto critiche, preoccupazioni e suggerimenti, insieme ai colleghi Andrea Rossi e Graziano Delrio abbiamo subito presentato – sia alla Camera che al Senato – un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per porre l’attenzione sull’impatto che l’installazione massiva di impianti fotovoltaici potrebbe avere sul territorio agricolo di Sant’Ilario d’Enza.
Il contesto
Qui è prevista infatti la realizzazione di impianti che occuperanno circa 100 ettari di terreni agricoli, una scelta che solleva diverse problematiche, dalla sottrazione di superfici agricole produttive al possibile impatto paesaggistico, fino al mancato coinvolgimento delle istituzioni locali nelle decisioni, che oggi sono in mano esclusivamente a privati. Sappiamo che la transizione energetica è una priorità strategica per il nostro Paese e per l’Europa, ma questa deve essere attuata con equilibrio e sostenibilità. Non possiamo accettare, cioè, che progetti di questa portata siano calati dall’alto, senza il coinvolgimento delle comunità locali, né una pianificazione chiara e condivisa a livello regionale e nazionale. L’assenza di regole precise sulla localizzazione degli impianti rischia, in questo caso, di generare danni irreversibili al tessuto agricolo, alla biodiversità e all’autonomia alimentare.
Cosa chiediamo nell’interrogazione?
Per questo, nella nostra interrogazione abbiamo chiesto al Governo di coinvolgere attivamente le amministrazioni locali e le comunità nei progetti già in corso; di promuovere l’uso prioritario di aree marginali e superfici già urbanizzate per gli impianti; di garantire una maggiore equità nella distribuzione dei benefici economici e ambientali, definendo criteri chiari di compensazione per i Comuni. Occorre fissare le regole che consentono e definiscono le aree d’intervento, magari identificando aree non di pregio, tutelando quindi il paesaggio, specie quando è importante come quello della Val d’Enza. Occorre realizzare al più presto uno strumento dedicato e chiaro e serve una discussione condivisa per avere risposte chiare da potere mettere a sistema.