Violenze sui minori, un quadro allarmante
Violenza in famiglia e sui minori: i dati presentati da Terre des Hommes presentano un quadro allarmante: in tutto questo, i partiti di governo propongono affidi zero e inasprimento delle pene invece che contrastare disagio sociale e fragilità economica.
I dati presentati dalla Fondazione Terre des Hommes nel dossier “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” descrivono un quadro grave e allarmante sulla condizione dei minori nel nostro Paese.
I mass media, purtroppo, spesso non riescono a restituire la vera dimensione di un fenomeno molto più diffuso di quanto si possa immaginare, con maltrattamenti, violenze sessuali e abbandoni in aumento. Nel 2023 sono stati compiuti contro i minori ben 6.952 reati, 95 in più rispetto all’anno precedente, con una crescita del 34% in 10 anni. I dati complessivi aprono, dunque, ad alcune riflessioni: l’incremento delle denunce da parte delle vittime segnala un effetto positivo delle campagne di informazione necessarie per scardinare i pregiudizi di carattere socioculturale che alimentano gli abusi sui minori. Tuttavia, mentre i dati ci dicono che è proprio tra le mura domestiche che si consuma la maggior parte degli abusi, esattamente come avviene per le violenze contro le donne, negli ultimi anni abbiamo assistito a una continua delegittimazione dei servizi, degli strumenti di tutela e di tutto il sistema di protezione dei bambini, che sono i soggetti più fragili e più esposti proprio nel contesto familiare che dovrebbe dare loro amore e sicurezza. Basti pensare alle assurde proposte di “affidi zero”, quando invece l’affido è uno strumento fondamentale per la tutela e la protezione dei minori, basato sul senso di comunità e sui valori di solidarietà, generosità e di accoglienza.
La destra di governo, che sta portando avanti queste idee, in realtà sta provando in tutti i modi a eliminare il sistema dei diritti di questo Paese, attaccando in modo indegno percorsi di tutela, normati e garantiti da procedure trasparenti e attuati da operatori e professionisti di altissima competenza. E senza alcuna idea o proposta – se non quella della famiglia naturale come la migliore soluzione possibile, sempre e comunque, oppure quella dell’inasprimento delle pene – per contrastare disagio sociale e fragilità economica, da cui spesso derivano questi episodi”.
La violenza riguarda, soprattutto, bambine e ragazze e questo richiede anche di intensificare la battaglia culturale contro gli stereotipi e i pregiudizi per creare una società più inclusiva, dove la differenza non sia mai considerata un disvalore. Occorre, dunque, potenziare e valorizzare maggiormente gli strumenti che già esistono e non screditare percorsi, mettendo a rischio i diritti dei bambini. L’obiettivo, in questi casi, è infatti creare una rete di sostegno alternativa alle relazioni violente o abusanti ed è dovere della politica intervenire in questa direzione.