Sanità: insopportabile violenza su operatori, servono più investimenti

Sanità: insopportabile violenza su operatori, servono più investimenti.

Mi hanno molto colpito le immagini che sono arrivate da Foggia delle violenze contro alcuni operatori sanitari. Gli ultimi dati diffusi da FNOPI, la Federazione Nazionale ordini professioni infermieristiche, relative alle aggressioni agli infermieri compiute nel 2023, sono sconcertanti: il 40,2% degli intervistati ha denunciato, infatti, di essere stato vittima di un episodio di violenza e sono soprattutto le donne nei reparti a rischio come il pronto soccorso, ad aver subito delle aggressioni. Ma, più in generale, il fenomeno è in crescita tra tutto il personale sanitario, incolpevole “front office” di un sistema sottofinanziato che fa sempre più fatica ad erogare prestazioni. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti, le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS), nel 2023 sono stati 16mila gli episodi di aggressione al personale, con 18mila operatori coinvolti. La professione più colpita, è quella degli infermieri, seguita da quelle dei medici e degli operatori sociosanitari. Le violenze sono state commesse soprattutto nei Pronto Soccorso, nelle arre di
degenza, nei servizi psichiatrici e negli ambulatori e i principali aggressori sono i pazienti (69%), a fronte di un 28% di parenti.

Negli anni scorsi sono state varate alcune misure che, seppure importanti, non si sono rivelate sufficienti a contrastare questo insopportabile fenomeno. Servono interventi strutturali e nella prossima legge di bilancio servono maggiori risorse. Chiediamo più fondi per reclutare nuovo personale in modo da avere più tempo per la cura dei pazienti e meno attese nei pronto soccorso e nei reparti, per potenziare i servizi di psichiatria, per assumere personale di sicurezza nei reparti a rischio, per rafforzare la sanità sul territorio. Il personale sanitario che si prende letteralmente cura dei cittadini non può essere lasciato solo ad operare in un clima di costante paura.

Esprimendo tutta la mia solidarietà al personale aggredito a Foggia, ho firmato anche io un’interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Salute per chiedere quali iniziative di propria competenza intendano intraprendere per contrastare un fenomeno che mette a rischio la stessa vita degli operatori, tanto che molti di loro hanno lasciato la professione.