“Commissione denatalità”: il mio intervento in Aula

“Commissione denatalità”: il mio intervento in Aula.

Sono intervenuta in Aula durante la discussione in merito all’istituzione di una “Commissione d’inchiesta sulla demografia“, che ritengo non solo utile, ma urgente visti gli indicatori allarmanti. Nel 2023 sono nati appena 379.000 bambini, in calo del 3,6% rispetto all’anno precedente, toccando un nuovo minimo storico. Entro il 2070, l’Italia perderà 11,5 milioni di abitanti: un dato sconcertante.

Questa evoluzione ha implicazioni su molti aspetti: la sostenibilità del sistema previdenziale, l’universalità di quello sanitario, con il calo drastico delle entrate tributarie, il rallentamento della crescita economica. È quindi fondamentale che il Parlamento si occupi di questi temi, viste anche le evidenti mancanze del Governo, che si riempie la bocca di natalità e di maternità, senza avere alcuna visione del futuro e mettendo in campo solo azioni contro le donne. Servirebbero interventi strutturali e non spot, perché non basta la propaganda per arrestare il calo delle nascite. I figli nascono laddove esistono sistemi di welfare che funzionano, dove ci sono servizi, dove le donne possono lavorare, non il contrario. Non possiamo considerare un modello virtuoso quello che relega la donna come “angelo del focolare“, dedito solo alla famiglia e alla crescita dei figli: questa narrazione, tanto cara alla maggioranza, è ideologica, non tiene conto della realtà in cui viviamo e costituisce un racconto ispirato da una mentalità superata, che vede la donna esaurire il suo ruolo sociale nella natalità, una questione culturale ancorata a pregiudizi e a ruoli di genere.

Per evitare che nel 2225 nasca l’ultimo italiano, stando alle statistiche, dobbiamo prendere in mano con generosità e coraggio il futuro del nostro Paese: occorrono visione, programmazione e risorse, lasciando da parte propaganda, derive ideologiche e logiche guidate solo dal consenso elettorale.

Non c’è più tempo da perdere. Serve una analisi rigorosa della situazione per mettere in campo progetti lungimiranti e concreti, investimenti mirati e una rivoluzione culturale per invertire queste tendenze che rischiano di compromettere per sempre il futuro del nostro paese.