Un “Decreto coesione” o un “Decreto distruzione”?

Un “Decreto coesione” o un “Decreto distruzione”?

Mercoledì 3 luglio sono intervenuta in Aula nel corso della discussione sul “Decreto Coesione” (dove un mio odg è stato ovviamente bocciato dalla maggioranza).

Tra i settori strategici delle politiche di coesione, secondo me dovrebbe essere compreso il lavoro, come tutte le infrastrutture sociali necessarie a sanare le fragilità e dare opportunità. Mi dispiace che invece il Governo non lo reputi in alcun modo un tema strategico. Eppure il nostro Mezzogiorno ha un grande problema legato agli alti tassi di disoccupazione, cosa che richiederebbe attenzione e, soprattutto, strategie strutturali e non misure spot. Qui, invece, non sono previste misure per assunzioni a lungo termine, ma discrezionali, anche dirette, di carattere precario e di basso profilo professionale e retributivo e sono state anche tagliate le risorse – 700 milioni, non pochi – del “Fondo perequativo infrastrutturale“.

Il Sud avrebbe necessità di una politica occupazionale competitiva per ridurre il gap con il resto del Paese, così come di politiche realmente di coesione, che non creino discriminazioni o spacchino ulteriormente il Paese e che non facciano andare via le persone alla ricerca di vere opportunità. Purtroppo, questo Decreto, è molto lontano dal raggiungere l’obiettivo per cui è nato: non è un “decreto coesione” ma un “decreto distruzione”, che mina ulteriormente la capacità di tenuta del Mezzogiorno.

Questa destra non ha alcuna intenzione di far ripartire parti così importanti del nostro Paese e, anzi, con le sue scelte ha anche commissariato Regioni e amministrazioni, togliendo forza e autonomia ai territori e chiudendo al dialogo con i soggetti economici e sociali.