Disabilità: sui caregiver il Governo allunga i tempi, serve la legge
Disabilità, su caregiver governo allunga i tempi, serve legge.
Disabili, anziani, non autosufficienti hanno bisogno di risposte concrete. Purtroppo, l’istituzione del tavolo tecnico sui caregiver ha mostrato un Governo non all’altezza delle responsabilità. Non è un caso la scelta di depositare alcune interrogazioni per conoscere le ragioni per cui un decreto annunciato il 26 ottobre, sia stato pubblicato con mesi di ritardo.
Oggi – martedì 23 gennaio 2024 – sono intervenuta in Parlamento, replicando alla Ministra Locatelli sul tema dei caregiver.
Ci dispiace che le associazioni chiamate a far parte del tavolo abbiano saputo dell’elenco dei componenti prima dei parlamentari perché il decreto è stato pubblicato con grandissimo ritardo. Sarebbe interessante sapete come hanno fatto ad averlo prima della sua pubblicazione, fatto che reputo gravissimo. Le amministrazioni pubbliche devono essere trasparenti e una volta che gli atti vengono firmati devono essere pubblicati. Purtroppo l’istituzione del tavolo sembra solo un modo, l’ennesimo, per allungare i tempi: ci sono molte proposte di legge depositate a Camera e Senato e sarebbe stato opportuno partire da lì, avviare un percorso in commissione e discutere nel merito.
Il Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità ha condannato il nostro Paese per il mancato riconoscimento giuridico della figura del caregiver, dandoci 180 giorni per colmare la lacuna legislativa e adempiere tempestivamente agli obblighi internazionali attraverso l’adozione di misure effettive di protezione sociale delle persone con disabilità e dei familiari che le assistono. Ma un tavolo che dura sei mesi dilaterà ancora di più i tempi.
Eppure servirebbe un’attenzione ampia e plurale per tutelare queste famiglie che svolgono un ruolo sociale importante anche di tenuta rispetto al welfare di comunità: tre milioni di cittadini, non solo conviventi come la Ministra ha più volte detto, tra cui tantissime donne che sono costrette a rinunciare al lavoro e alla loro libertà di autodeterminarsi, aspettano una risposta. Nel 66% dei casi, infatti, lasciano il lavoro anche con penalizzazione sulla propria autonomia economica, mettendo a rischio l’esercizio dei propri diritti.
Ho chiesto anche al Governo di monitorare l’uso delle risorse previste dal fondo per evitare che si creino disparità tra i cittadini in ragione della distribuzione regionale che vede regioni virtuose e altre che fanno fatica a spendere le risorse. Il tema delle fragilità ha bisogno di risorse certe: il Governo ripristrini quanto sottratto al Fondo per le disabilità e trovi le risorse necessarie a dare gambe alla riforma sulle non autosufficienze. Solo così dimostrerà anche ha veramente a cura le famiglie e i suoi cittadini più fragili.