Reddito alimentare: dopo nove mesi, la norma non è stata attuata
Martedì 3 ottobre, sono intervenuta in Parlamento a seguito della risposta che la Viceministro del Lavoro e della Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, ha dato a un’interrogazione che avevamo posto in merito all’attuazione delle misure di contrasto alla povertà, in particolare del reddito alimentare.
“Faremo presto”, “saremo rapidi”: queste le parole del Governo, ma la realtà è che molto poco è stato fatto e troppo lentamente. Il reddito alimentare non è ancora stato attivato e ci sono milioni di persone che stanno soffrendo per una crisi economica e sociale che non ha precedenti.
Si tratta di una misura importante, che abbiamo fortemente voluto, per il quale l’esecutivo ha impiegato cinque mesi a varare il Decreto attuativo. Purtroppo la norma non è ancora operativa pur essendo finanziata. Perché?
Abbiamo pensato a questa misura in legge di bilancio perché aiuta le famiglie e combatte lo spreco alimentare. L’accesso al cibo è un diritto fondamentale, riconosciuto dall’articolo 25 della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” e per questo la celerità in questo caso è un dovere.
La procedura messa in campo per dare concreta attuazione alla norma ci lascia dunque perplessi perché, pur avendo individuato le modalità, non è ancora partita. Non sono ancora stati individuati i Comuni capoluogo e i progetti, scaricando sulle amministrazioni locali e sul terzo settore ulteriori incombenze rispetto a quanto già svolgono con impegno e dedizione. Manca anche l’app prevista, con cui dovrebbero essere prenotati i pacchi alimentari. Insomma, dopo nove mesi il reddito alimentare non è a disposizione di chi ne ha bisogno.
Si può fare meglio, andando oltre le solite misure spot, che non hanno nulla di strutturale. Servono il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale, la tassazione degli extra profitti, il taglio delle accise, la lotta all’evasione fiscale. Come molti cittadini, aspettiamo risposte concrete, che sono un dovere di chi governa.