Dispersione scolastica: al Governo non interessa
Giovedì 28 settembre sono intervenuta in parlamento – durante il voto per la conversione del Decreto Legge 105/2023 – presentando un ordine del giorno sul tema della dispersione scolastica e della povertà educativa.
La dispersione scolastica è un problema serio e complesso con un dato, il 12,7%, più alto della media europea (ben lontani da quel 9% da raggiungere entro il 2030). Ho chiesto dunque al Governo un impegno a inserire il tema della povertà educativa tra i possibili interventi di carattere straordinario previsti dall’articolo 48 della legge 222/1985, relativo alla destinazione delle risorse provenienti dall’8 per mille, per potenziare i servizi educativi per la prima infanzia e l’offerta formativa e didattica delle scuole con servizi di refezione e tempo pieno, prevedere infrastrutture adatte alla promozione di attività extracurriculari (sport, arte, programmi culturali, ricreativi) e assicurare servizi socio-educativi di qualità, accessibili a tutti i bambini, adottando al tempo stesso ogni possibile iniziativa volta a fare chiarezza rispetto all’osservanza dei tempi previsti dal PNRR per il raggiungimento degli obiettivi posti per la fascia 0-6 anni (264.480 nuovi posti).
L’articolo 48 della legge n. 222/1985 prevede che la quota dell’otto per mille di competenza dello Stato possa essere utilizzata per interventi di carattere straordinario nei seguenti cinque settori: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e ai minori stranieri non accompagnati; conservazione dei beni culturali, ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico, efficientamento energetico degli immobili adibiti all’istruzione scolastica di proprietà pubblica e, ora, recupero dalla tossicodipendenza e dalle altre dipendenze patologiche, introdotta in modo unilaterale dal Governo. Si tratta di una destinazione importante che meriterebbe maggiore attenzione e coinvolgimento.
Secondo il rapporto Save the Children del 2022 sulla povertà educativa in Italia, il 67,6% dei minori di 17 anni non è mai andato a teatro, il 62,8% non ha mai visitato un sito archeologico e il 49,9% non è mai entrato in un museo, il 22% non ha praticato sport e attività fisica e solo il 13,5% dei bambini e delle bambine sotto i tre anni ha frequentato un asilo nido.
Per contrastare la povertà educativa io credo sia necessario fornire risorse aggiuntive – scuole, infrastrutture, asili etc.- proprio in quei territori dove maggiormente si concentra la povertà materiale e educativa, come le aree periferiche urbane. Vista la mancanza di interesse del Governo, mi viene il dubbio che il DL Caivano sia la solita mossa di facciata.
Il Governo ha dato parere contrario all’ordine del giorno, dimostrando, una volta in più, che l’attenzione alle famiglie è solo uno slogan di propaganda.