Affidi zero?
Come già fatto altrove, anche in Regione Emilia-Romagna la Lega ha depositato una proposta di legge con cui, di fatto, promuove l’azzeramento dell’istituto degli affidi. Perché? Perché, come al solito, ragionano solo su un presunto consenso ottenuto tramite slogan superficiali. Com’è possibile pensare di “garantire una crescita armonica” dei minori all’interno di famiglie disfunzionali? Com’è possibile pensare, nel 2023, che un legame di sangue abbia sempre e comunque maggiori diritti, qualsiasi sia la condizione di vita in cui si trova a vivere e a crescere un bambino? L’istituto dell’affido è un intervento temporaneo, eccezionale, a tutela sia del minore in contesti familiari complessi e dolorosi, sia della stessa famiglia di origine, che può essere affiancata proprio per cercare di risolvere le situazioni.
Si tratta, dunque, dell’ennesima proposta ideologica e identitaria, che non tiene in alcuna considerazione i diritti e l’interesse supremo dei minori e delle famiglie. L’affidamento familiare non è una separazione per distruggere i legami che intercorrono tra il bambino e la famiglia d’origine, ma un sussidio a tutela del minore stesso in un momento difficile della sua vita ed è sempre finalizzato a un suo rientro nella famiglia naturale. È insopportabile la narrazione secondo cui c’è chi vuole “rubare i bambini” o “penalizzare i genitori naturali” ed è intollerabile che questa propaganda venga fatta senza scrupoli sulla pelle dei più fragili.
Ciò che dovrebbe stare a cuore alla politica è proteggere i bambini da comportamenti maltrattanti o abusanti: i diritti dei minori vengono prima di quelli dei genitori o dei parenti che si rendono responsabili di determinate azioni, come, invece, vorrebbe la Lega. Che ha deciso che, pur di tutelare un presunto interesse delle famiglie d’origine, si può disarticolare un sistema di protezione dei minori, con una proposta oserei definire medievale e fuori dal tempo, fondata sullo “ius sanguinis”, una sorta di diritto di consanguineità ante litteram che vince su ogni altra forma di tutela. Si tratta di una proposta che non è degna di un Paese come il nostro, che si fonda su diritti universali delle persone, a partire da quelli dei bambini, e su un sistema di servizi che ha garantito, dal dopoguerra fino ad oggi, protezione e tutele crescenti per tutti.
Questa proposta, inoltre, va addirittura a quantificare economicamente la responsabilità genitoriale, come se solo i genitori poveri fossero abusanti o maltrattanti, pensando che in qualunque caso sia sufficiente essere parenti fino al quarto grado per potersi prendersi cura di un bambino maltrattato: davvero una proposta di una pochezza culturale sconcertante, basata su una patente di genitorialità naturale, in questo caso allargata fino al quarto grado, e su un degradante contributo economico “per evitare abusi”.
La Lega intende trasformare l’affido in un problema quando invece è uno strumento fondamentale di protezione dei minori, fondato sul senso di comunità e sui valori di solidarietà e di accoglienza. Questa purtroppo è la destra che governa e che sta provando in tutti i modi a eliminare il sistema dei diritti di questo Paese, attaccando, in questo caso, un intero percorso di tutela e protezione dei minori, di cui l’affido è uno strumento importante, ben normato, garantito da procedure trasparenti e attuato con operatori e professionisti di altissima competenza. In questo caso la proposta è particolarmente grave perché abbandona i bambini al loro destino e mi chiedo se a chi ha esteso questa proposta interessi veramente il loro bene o invece continuare a lucrare qualche voto sulla loro pelle.
Noi faremo la nostra parte e continueremo a sostenere con forza questo strumento di protezione dei minori e difendiamo il lavoro di chi, ogni giorno, si impegna e opera con competenza in questo settore.