Proposta di legge per l’introduzione del reato di molestie sessuali
Una proposta di legge per l’introduzione del reato di “molestie sessuali”: lo ha depositato l’intergruppo alla Camera per le Donne, i Diritti e le Pari Opportunità.
L’intergruppo alla Camera per le Donne, i Diritti e le Pari Opportunità, coordinato dall’On. Laura Boldrini e di cui faccio parte, ha depositato una proposta di legge che si pone l’obiettivo di introdurre nel nostro ordinamento una nuova fattispecie di reato, le molestie sessuali, ovvero comportamenti illeciti che attualmente assumono rilevanza penale solo quando sono commessi “con abuso di autorità”, collegati al reato di violenza sessuale.
Quello delle molestie a sfondo sessuale è un fenomeno molto diffuso, tanto che una donna su cinque, in Italia, ne è stata vittima sotto forma di contatti fisici, abbracci o baci non desiderati. Nell’81% dei casi, questi non vengono denunciati, per timore, per paura di non essere credute o per evitare spiacevoli ricadute in ambito lavorativo.
La proposta di legge chiede che il reato di molestie sia punito con la pena della reclusione da due a quattro anni, fissando a 36 mesi il termine per presentare la querela. Lo stesso limite di tempo viene proposto anche per la denuncia di un reato di violenza sessuale, attualmente fissato a 12 mesi, diversamente da altri Paesi europei, dove il limite è molto più ampio, o non esiste affatto. Un solo anno, infatti, in molti casi non è sufficiente perché le vittime riescano a elaborare quanto accaduto e a trovare il coraggio di denunciarlo.
Per giudicare se un comportamento rappresenti un gesto innocente, una normale relazione fra persone oppure un caso di molestie sessuali esiste una regola semplice: ciò su cui porre l’attenzione non è l’intenzione di chi compie il gesto, quanto il modo in cui il suo comportamento viene recepito dalla persona interessata, cioè se quest’ultima lo consideri desiderato o meno. Non è un caso che questa proposta di legge sia stata depositata in occasione dell’8 marzo, perché questa data non rimanga una giornata simbolica, ma sia caratterizzata da un impegno concreto che tutte noi firmatarie ci siamo prese. Questo fenomeno, nel nostro Paese fin troppo diffuso, trova ulteriori implicazioni, spesso drammatiche, quando avviene sui posti di lavoro, perché in quei casi le donne sono sottoposte a un’ulteriore pressione psicolgica che le mette in condizione di dover operare una scelta tra ciò che sarebbe giusto denunciare e ciò che invece è necessario tacere, nel timore di ritorsioni che possono arrivare al mobbing o alla perdita dell’impiego. Le molestie sessuali sul posto di lavoro – parte di un problema più generale – rappresentano una mancanza di rispetto, un’offesa alla dignità delle persone e una possibile fonte di demotivazione o di malattia. Introdurre questo tipo di reato, dunque, ha una ricaduta effettiva non solo sul piano della parità e dei diritti delle donne, ma anche su quello sociale ed economico.